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CARATTERISTICHE

La struttura del paese, posto a 590 mt. <s.l.m.> sulla sommità della più elevata delle colline dell’alta val Pescara, è decisamente aderente alla singolarissima morfologia del posto sul quale sorge. Pietranico ha un clima sostanzialmente temperato, e quindi, non eccessivamente rigido d’inverno e mai umido ed afoso d’estate. La sua posizione alto collinare lo espone all’influenza di quasi tutte le influenze eoliche, non ultima a quella delle gradevolissime ed equilibratrici brezze marine che mitigano non poco sia le correnti fredde invernali che quelle torride in estate.

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Il suo clima, infatti, unito all’aria salubre che vi si respira, alla sua invidiabile dislocazione geo alto collinare, alla storia che ripone, al folclore ed alle sue tradizioni singolarissime, e non ultimo al proverbiale calore umano della sua gente fanno di Pietranico un paesino indubbiamente caratteristico ed accogliente.

Dall’alto della sua posizione si possono osservare da molto vicino: - l’ingresso delle storiche gole di Popoli; il Morrone ed il versante nord della Maiella a sud; i rilievi del massiccio del Gran Sasso a nord – nord ovest; - l’intera val Pescara ad est.

Decisamente maestosi ed imponenti possono esser dunque considerati i molteplici panorami che, dall’alta postazione del paese, possono essere ammirati specie in occasione di giornate a ciel sereno, ma decisamente unico è quello che si scruta soprattutto nelle giornate limpide e serene dal famoso Muraglione posto fuori le mura ad est del centro storico del paese: l’intera vallata del Pescara sino a Città S. Angelo, Chieti, Pescara e persino il mare che bagna le sue coste.

Tutto ciò, insieme ai suoi bellissimi monumenti, al vino all’olio genuini ed alle non trascurabili specialità culinarie fanno di Pietranico una meta ideale per trascorrervi week–end o magari interi soggiorni decisamente salutari, distensivi e soprattutto rimenbranti.

Come arrivare

 In auto > con autostrada A25 Pescara-Roma uscita casello di Torre de’ Passeri (cartello a sinistra per Pietranico) od anche da casello autostradale di Alanno (cartello a destra >Pietranico)

Altre vie d’accesso: S.S. 5 Tiburtina Valeria > uscita Km. 203 Piano d’Orta > a sinistra per 7 km.;

oppure Strada provinciale Pescara>cepagatti>Nocciano>Cugnoli>Pietranico

oppure Strada provinciale Pescara (asse attrezzato)> Villa Reia>Rosciano>Cugnoli> Pietranico

In Treno > linea Pescara – Roma > stazione di Torre de’ Passeri (coincidenze con linee A.R.P.A.)

In Pulman > linee A.R.P.A. Pescara – Pietranico e viceversa – 3 collegamenti giornalieri

Notizie utili – Altitudine mt. 590 s.l.m. - abitanti 735; territorio 14,4 Kmq – attività prevalente: agricoltura

Pro Loco > via Umberto I , 74 > tel. 085/8884387

Municipio > via Adua telefono > 085/8884795

Stazione Carabinieri > via Umberto I > tel. 085 8884791

Tempo Libero:

  • Impianti sportivi con campo calcio – bocce – tennis e pista > percorsi campestri;

  • visite guidate al centro storico, ai monumenti, alle vasche ed al tratturo;

  • Possibilità di raggiungere in pochi minuti Forca di Penne > la porta sud del Parco Gran Sasso Monti della Laga;

  • Possibilità di usufruire di grosse Aree di sosta - completamente ombreggiate – per soste rimembranti e picnic  presso gli impianti sportivi e presso atrio antistante l’Oratorio di Santa Maria della Croce (ampia Sala convegno all’interno dello stesso Oratorio)

 

Le Origini

Mancano testimonianze esplicite della sua origine e della sua primitiva aggregazione. Si conosce con certezza che fu una "grangia" (un magazzino-abitazione medievale di montagna), dipendente dalla insigne Abbazia di San Clemente a Casauria.

Una tradizione orale, ancora viva, ne attribuisce la fondazione all'Abate Adamo. Con molta probabilità, deve trattarsi dell'ottavo rettore della storica Abbazia. In suo ricordo, una strada cittadina adiacente la Piazza del Colle, porta il suo nome: Via Abate Adamo.

Un sito così arroccato e poco accessibile apparve un posto ideale ai Monaci benedettini per edificarvi un castello entro il quale potersi rifugiare in tutta sicurezza in occasione dei sanguinosi saccheggi operati dai Saraceni e dai Normanni provenienti dalla vicina costa pugliese.

Questo clima di estrema insicurezza, congiuntamente al desiderio di emancipazione, spinsero masse di coloni abbrutiti da una feudalità sorda ed inutile ad aggregarsi in questo territorio. Dal canto loro, i Monaci offrirono, assieme alla sicurezza, condizioni di vita più umane, nuovi metodi di coltivazione, tecniche di allevamento, sistemi di costruzioni, non tralasciando le pratiche religiose.

L'antico castello sorgeva sulla "Pietra di Castello", "un immenso masso di 2000 m.c.". Da qui, dunque, il toponimo Petra Iniqua, che secondo un'attendibile etimologia significa "pietra posta su di un colle". Questa era la lezione che assegnava al nome un filosofo illustre, Don Domenico Tinozzi che aveva condotto erudite ricerche sui "tre paesi della Penne vera: Pietranico, Cugnoli e Corvara".

Il paese vecchio conserva a tutt'oggi quasi intatta la sua originaria struttura di borgo sorto per offrire minor lato all'offesa e possibilità maggiori alla difesa. Le case, disposte a raggiera lungo lo scosceso e breve pendio sottostante il poderoso sperone roccioso, sono divise da stradine molto strette e formano, con le mura robuste sul lato esterno, una cintura interrotta solo dalla Porta della Terra. 

Porta della Terra

 

Di essa resta il solo fornice sorretto da un robusto arco a semicerchio. La breve rampa subito dopo la porta di accesso si dirama in gomitolo di" ruve" e "ruvelle" tortuose e tetre, ricavate a tratti dalla roccia. Terminano tutte nella minuscola piazzetta adiacente la monumentale Pietra, dove si apriva il portale della primitiva Chiesa di Santa Maria.

 

La Pietra di Castello

 

Notizie storiche

La prima attestazione storica di Pietranico la troviamo nel "Privilegium Fundationi Ludovicis II Imp.", dove si legge: "solemniter largimur qua castella et res inferius Petram Iniquam", l'elargizione dei beni e dei castelli nel territorio pietranichese era in favore dell'Abbazia di San Clemente.

Il suo nome ricorre ancora in un altro documento risalente al tempo di Gisone, ventottesimo Abate del Monastero casauriense, il quale recupera dal Gastaldo Sansone, intorno agli anni 1113, alcuni territori di Pietranico. 

In un altro documento dell'anno 1114, l'imperatore Lotario dà conferma della "donazione primitiva" del feudo pietranichese al "grande cenobio di Casauria". Il suo nome compare ancora in un documento d'eccezione: sulle porte di bronzo dell'Abbazia di San Clemente. Com'è noto queste furono fuse nell'anno 1191, quando era Abbate Gioele, successore del prestigioso Leonate. Mentre Petra Iniqua si legge su una formella della porta sinistra, sulla settima, opposta nella porta di destra, viene ricordato "Castrum Ripalte" del territorio di Pietranico. Di esso non si conosceva traccia, ma doveva sorgere, con ogni probabilità, nell'agro denominato ancora oggi Ripaldi ed aveva lo scopo di presidiare il settore di tratturo che dal valico di Forca di Penne arriva a Cugnoli: i Monaci benedettini erano molto interessati alla transumanza e sorvegliavano perciò i percorsi delle greggi.

Di nuovo troviamo il suo nome nel "Regestum Feudatariorum" di Re Carlo II, a proposito di una tassazione annuale di 19 once, 7 tareni, 10 grana. Nel registro è precisato, altresì, che è "tenuto da Guglielmo di Letto per intero".

Nell'anno 1324 viene citato a proposito decime ordinate da Giovanni XXII dalla città di Avignone; per analogo motivo è citato nelle "Rationes decimarum Italine" nell'anno 1328.

Nel 1457 fu concesso in feudo ad un prestigioso uomo d'arme aquilano, il Duca di Montorio Pietro Lalle Camponeschi. Questi con appositi "Capituli et Hordinationi per li massari homeni de Petranico" provvide a regolamentarne e a modificare le istituzioni consuetudinarie della "Università".

Nel 1712, Papa Benedetto XIV concesse ai Padri Celestini della Badia di S. Spirito di Sulmona prerogative e privilegi su Pietranico perchè‚ già appartenuto all'Abbazia casauriense.

Nel 1806, con l'abolizione della feudalità, decretata da Giuseppe Bonaparte, fu assegnata alla provincia di Teramo.

Nel 1807 le masse guidate dai famigerati capi Dell'orso, Cristallini, Sacchetti, Santoro e Masciarelli, a più riprese, vi commisero ogni sorta di atrocità e di ribalderie, causandovi guasti e rovine; il 14 settembre dello stesso anno fu sede di un convegno di capi-massa, tra i quali intervennero anche Santoro e Cristallini, disceso dal suo rifugio tra le montagne di Pescosansonesco.

Nel 1865, inoltre, Pietranico possedeva una Guardia Nazionale con 91 militi, contava 53 elettori amministrativi e 17 politici.
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DE CASTELLO PETRANIQUA

I documenti della storia di Pietranico: dal codice di Casauria ai capitoli quattrocenteschi.
Antonio Alfredo Varrasso

Casa Editrice Tinari Bucchianico(ch). Pag.135

Una approfondita e fedele ricostruzione delle origini storiche di Pietranico e uno studio dei "capitoli" di Pietranico, manoscritto conservato presso la Biblioteca Provinciale di Pescara.

 

 

Feste e folklore

Le feste di Pietranico sono tutte collegate alle principali ricorrenze religiose del paese del 2/3 maggio e del 14/15 settembre, dedicate alla "Madonna della Croce". Soprattutto in maggio i festeggiamenti assumono una particolare connotazione folkloristica: durante tutto il percorso della Processione in onore della Madonna della Croce vengono incendiati centinaia di falò dai quali si levano altissime lingue di fuoco che sormontano a volte anche i tetti delle abitazioni: E' uno spettacolo veramente apocalittico e tutto il paese sembra un immane rogo che arde e si consuma. Questo avviene il giorno della vigilia, ossia il 2 maggio. Il giorno successivo la statua seicentesca della Madonna viene condotta processionalmente all'Oratorio per commemorare l'apparizione a un tal Domenico Del Biondo; tale evento miracoloso risale al 25 marzo del 1613.

(fotoritocco digitale - nat)

Immagine della Madonna della Croce tratta da un
ex voto datato 1613



 

Manifestazioni


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Itinerari

Per chi volesse fare di Pietranico la meta di una sua prossima escursione o magari soggiorno va segnalata la visita de:

  • la monumentale Pietra di Castello > posta al culmine del centro abitato all’interno delle mura che delimitavano il vecchio centro storico medioevale (uno dei due spuntoni di roccia rimasti sui quali era edificato dell’antico castello di Petraniqua);

 

  • il centro storico del paese > posto all’interno delle vecchie mura che delimitavano l’antico borgo medioevale, di cui rimane solo un piccolo scorcio di mura posto a nord e forse l’unica porta d’accesso denominata Porta della Terra, dalla quale si diramavano una serie di stradine minuscole e tortuose che, aggirando gradatamente l’antico centro abitato arrivava al cospetto della primitiva Chiesa di Santa Maria;

 

  • la chiesa parrocchiale di stile romanico intitolata a San Michele e Santa Giusta > di stile romanico, fu edificata 1934 sulle spoglie e lo stesso sito della vecchia chiesa medioevale demolita nel 1932, ma con la facciata non più rivolta a settentrione come la preesistente bensì a meridione, al cospetto del nuovo centro abitato. Della vecchia chiesa omonima, consacrata nel 1169 e pare più volte ristrutturata rimangono: un’antica statua di terracotta policroma della Madonna della Pietà conservata* presso nel Museo Nazionale de L’Aquila; una croce astile in argento di scuola sulmonese (1350 - 1400) che testimonia come quasi tutti gli edifici ed i simboli religiosi del paese, la locale venerazione riservata sin dai tempi più lontani al Simbolo della Redenzione; due tele restaurate di recente e riposte a muro nella navata di sinistra; una tela riprodotta di recente, previo scannerizzazione da una vecchia foto del 1925, che ritrae l’altare maggiore di stile barocco intitolato a Santa Giusta, edificato nel 1722 da un abile artigiano di scuola milanese di nome Lorenzo Bossi;

 

  • la chiesa di San Rocco > stile neoclassico < fu edificata, nel lasso di tempo che va dal 31 maggio 1860 al 21 giugno 1873 sullo stesso sito e le spoglia di una preesistente chiesetta intitolata allo stesso Santo, ad opera di un manipolo di arditi confratelli della Congrega intitolata al "Santissimo Sacramento, dell’Addolorata e Cristo Morto"eretta a Pietranico proprio nel 1858. Per la costruzione dell’attuale chiesa, infatti, tranne che per quanto riguarda la facciata(composta esclusivamente da grossi blocchi di pietra locale magistralmente lavorata da maestri scalpellini pietranichesi e della zona) furono adoperati tutti i materiali appartenenti alla preesistente chiesetta demolita. Una chiesetta che, a differenza di quella parrocchiale e delle altre edicole e cappelline esistenti già nel medioevo nel territorio di Petraniqua non risulta mai citata nel Chronicon Casaurienze, e, visto che sorgeva fuori la cinta delle vecchie mura dell’antico Borgo, non può che essere stata edificata dopo il periodo medioevale. E’ inoltre certo che la stessa sorgeva sopra uno dei tanti spuntoni di roccia posti pure fuori del Borgo fortificato di Petraniqua, proprio sopra una delle tipiche sorgenti d’acqua esistenti nella zona posta a sud est del paese. Una zona notoriamente attraversata dal braccio tratturale che, deviando dal Tratturo L’Aquila – Foggia in località Rosciano, dopo aver attraversato Alanno (S. Maria delle Grazie) e la dorsale Ciappino di Pietranico (Santa Maria della Croce) passava appunto a sud est del Borgo pietranichese (nelle adiacenze delle due sorgenti ivi esistenti – Bozzello), per poi andarsi a ricongiungere al predetto Tratturo Magno in località S. Antonio. I catasti onciari del 1742 che ci stiamo accingendo a trascrivere ci potranno rivelare qualcosa a riguardo, ma non è del tutto inverosimile classificare la vecchia chiesetta di San Rocco come tratturale.

 

  • l’Oratorio di Santa Maria della Croce > situata a circa 2 Km. a valle del centro abitato in località Tre Croci > la Cappella di stile Barocco edificata tra il 1613 – 1656 appena dopo l’apparizione della Vergine all’umile pastorello Domenico Del Biondo, sullo stesso colle dov’era posta una vecchia cona denominata appunto della Croce, e quindi anch’essa, come le precedenti, sullo stesso sito e le stesse spoglie di qualcosa di preesistente.

 

Entra all'Oratorio

  • Prima di passare a descrivere le caratteristiche artistico monumentali e socio devozionali che caratterizzano da secoli l’Oratorio, è opportuno far presente che la Cappella in questione, così come la cona preesistente, sorgevano a ridosso del braccio tratturale che, provenendo da Alanno (nelle adiacenze della vicina S. Maria delle Grazie)raggiungeva la dorsale sud est del Borgo pietranichese fino a ricongiungersi in località S. Antonio al grande Tratturo magno L’Aquila Foggia. Il più imponente ed importante dei tratturi che già prima dell’età romana ma soprattutto dopo il medio evo permettevano a milioni di pecore di raggiungere i verdi pascoli d’Abruzzo in primavera e poi ritornare nelle Puglie con l’approssimarsi dell’autunno. E’ ben noto, infatti, che lungo quegli antichi tracciati sorgevano cippi, cone, edicole od anche vere e proprie chiesette che, oltre ad essere motivo di preghiera e ringraziamento, si rivelavano per i pastori luoghi ideali per i loro necessari riposi.

L'ORATORIO DI
SANTA MARIA DELLA CROCE
A PIETRANICO

Chiese e Santuari d'Abruzzo Damiano Venanzio Fucinese
Edizioni Tracce Pescara - Pag. 76

La preziosa monografia su "L'Oratorio di Santa Maria della Croce a Pietranico" la cui costruzione risale al milleseicento.

 

 












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RITORNAt

esti e foto tratti da Guida Turistica edita da UNPLI (unione nazionale pro-loco d'Italia)